Gli spermatozoi, dopo un rapporto sessuale, vengono deposti sul fondo della vagina, che è un ambiente troppo acido per gli spermatozoi che per questo si avviano velocemente a penetrare il muco cervicale. Dopo un minuto dall’eiaculazione, però, lo sperma si coagula e gli spermatozoi restano bloccati (alcuni però riescono prima del coagulo a risalire verso le tube). Dopo un po, lo sperma si liquefa e gli spermatozoi possono nuovamente muoversi, al ritmo di circa 2-3 mm. al minuto, il che significa che impiegano circa un’ora a raggiungere le tube. Sono aiutati dalla presenza di un muco ovulatorio molto fluido, particolarmente adatto al passaggio del seme, e dalle contrazioni dell’utero che li spinge verso le tube, riducendo il tempo di risalita spesso anche a pochi minuti.
Se tutto è andato bene, uno spermatozoo riesce finalmente a penetrare l’ovocita che ha incontrato nelle tube e a fecondarlo (penetrando la zona pellucida dell’ovocita). La capacità fecondante dello spermatozoo non è scontata, ma è dovuta ad un processo di maturazione che in parte è avvenuta nell’epididimo ma che si completa proprio nel passaggio attraverso il corpo femminile (le modificazioni riguardano soprattutto la testa, il cosiddetto acrosoma che deve essere in grado di reagire chimicamente una volta in contatto con la superficie dell’ovocita). Anche l’ovocita deve “prepararsi” per divenire effettivamente adatto a generare un embrione: prima si divide in due ed espelle la cellula “figlia” (che si chiama primo globulo polare), poi, successivamente alla penetrazione dello spermatozoo, si divide di nuovo e perde metà del suo patrimonio genetico (espulsione del secondo “globulo polare” un corpuscolo che contiene metà del genoma: 23 cromosomi, che ora sono in più visto che lo spermatozoo porta i suoi 23). Alla fine di questo processo, la zona pellucida non permette più il passaggio di altri spermatozoi, il nucleo si trasforma per fondersi con il nucleo dello spermatozoo. Poco dopo, i due nuclei si avvicinano al centro dell’ovocita, si fondono e mescolano il loro patrimonio genetico: si è formato lo zigote. Iniziano a questo punto le divisioni cellulari: lo zigote si divide in due, le due cellule si dividono a loro volta in due (siamo a quattro), queste si dividono a loro volta in due (otto), e così via. Dopo qualche giorno lo zigote è divenuto una struttura più complessa, la blastocisti, che scende verso l’utero per impiantarsi nell’endometrio (l’impianto avviene dopo 6 o 7 giorni dalla fecondazione).